lunedì 22 luglio 2013

Emirati: liberata Marte, nel mondo restano da liberare milioni e milioni di altre donne

Indignarsi, protestare serve! Sia chiaro: lo stupro impunito e con l'incoraggiamento dello Stato, avviene tutti i giorni negli Emirati Arabi (e in tutti i paesi con legislazioni simili). Che ne sarà stato, ad esempio, di questa ragazza inglese? e di tutte quelle che, non essendo straniere, non si saprà mai nulla? Ma - almeno questa volta - gli Emirati Arabi, temendo la ricaduta infamante della notizia, hanno fatto cadere le accuse contro Marta Dalelv. Le reazioni indignate sarebbero state molto pericolose, infatti, in vista della candidatura di quel paese all’Expo del 2020, presentata come di “alto profilo”. 
La notizia viene dall'agenzia AP, che paradossalmente titola la sua nota “Dubai perdona la donna al centro di una controversia per stupro” – come se, effettivamente, ci fosse qualcosa da perdonare a Marte, e non, invece, l’indecente gragnuola di delitti commessi contro di lei. 

"E’ un grande giorno, sono molto felice, mi hanno restituito la mia vita", ha dichiarato Marte. Ma è un grande giorno anche per altre ragioni. La cosa importante per tutte e tutti noi, infatti, è che l’allucinante vicenda ha alzato il velo in modo più efficace del solito sul segreto di Pulcinella della barbarie dei codici legali islamici che regolano le leggi negli Emirati (come in Arabia Saudita e in molti altri posti) - a dispetto dell’immagine “friendly” che molti paesi (Emirati in testa) presentano all’Occidente, nel fitto intreccio di interessi economici e turistici su cui viene costruita l’immagine pubblica.
Il ministro degli Esteri norvegese, Espen Barth Eide, ha twittato un ringraziamento a tutti coloro che si sono mobilitati per aiutare, e ha spiegato all’agenzia di stampa NTB che ciò che più ha aiutato Marte è stata insieme alle pressioni diplomatiche, l'attenzione dei media internazionali. Nelle trattative la Norvegia ha anche ricordato agli Emirati Arabi Uniti gli obblighi previsti dagli accordi ONU riguardo a indagare seriamente gli episodi di violenza contro le donne; e ha precisato: "negli Emirati Arabi Uniti e in Dubai la società è in rapido cambiamento. Questa decisione non riguarda solo Marte Dalelv, ma deve servire come campanello d'allarme per quanto riguarda la situazione giuridica in molti altri paesi. Abbiamo detto molto chiaramente ciò che pensiamo di questo verdetto e del fatto che si finisca accusati e condannati per aver segnalato un abuso”.
A Londra, un gruppo di difesa dei diritti che monitora la situazione negli Emirati Arabi Uniti ha esortato le autorità a cambiare le leggi in modo che "le vittime siano protette, sia agevole segnalare i crimini e si metta la giustizia in grado di perseguirli." Rori Donaghy (portavoce del Centro degli Emirati per i Diritti Umani) ha dichiarato: "siamo lieti che Marte possa tornare a casa, ma la presentazione della notizia come un ‘perdono’ richiama ancora il concetto che lei sia colpevole di un crimine. Finché non saranno modificate le leggi attuali, le vittime di violenza sessuale negli Emirati Arabi Uniti continueranno a soffrire come adesso e dovremo vedere altri casi come questo".
E allora le proteste non devono finire, con la liberazione di Marte. Il mondo brulica di inferni in cui le leggi sono fatte solo da uomini, a esclusivo uso e consumo di un’idea di mascolinità padrona e abusante – e dunque dove le donne sono perseguitate e schiavizzate a tutti i livelli (e dove sono perseguitate, con loro, tutte le persone che non si adeguano al modello eterosessuale): per legge, per dettami religiosi, per consuetudine. Questo nulla toglie al fatto che le donne sono vessate in tutto il mondo - anche nei cosiddetti paesi occidentali. Ma esiste una specificità legata alle LEGGI vigenti che platealmente e apertamente discriminano le donne, che è senz'altro i livello più urgente da affrontare.
E – molto in tema con tutto ciò – vi lasciamo a questo LINK un dossier in cui trovate interessanti notizie.

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